SPEDIZIONE GRATUITA a partire da 85€. Acquista ora!
Riepilogo carrello
Il tuo carrello è vuoto
Prodotti nel carrello: 0
Totale prodotti: € 0,00
28/03/2017
Con l’arrivo del mese di marzo, nei vigneti la potatura è ormai terminata: è giunto il momento di arieggiare il terreno per prepararlo all’avvento dell’imminente primavera. Fra non molto, sui tralci delle viti apparentemente secchi compariranno le prime gemme, che verso fine mese si tramuteranno in germogli e successivamente in pampini e grappoli.
Un ciclo che si ripete inalterato ogni anno; un suo eventuale anticipo o ritardo di qualche giorno è dovuto all’andamento della stagione primaverile, che non sempre si presenta con la medesima puntualità. Dal punto di vista del viticultore, l’anno non segue il comune calendario, perché il suo inizio coincide con il termine della vendemmia e la sua fine con la conclusione della vendemmia successiva.
In marzo siamo pertanto a metà dell’annata, ed è questo il periodo in cui si verifica un suggestivo fenomeno: la cosiddetta “lacrima della vite”.
Dal punto di vista pratico, si tratta semplicemente della cicatrizzazione dei tralci amputati, attraverso la produzione di una resina ricca di minerali e zuccheri, più o meno abbondante e visibile a seconda dell’esposizione della pianta e di altri mutevoli fattori. Si tratta di un evento molto particolare, ed era inevitabile che la tradizione popolare gli attribuisse specifiche proprietà. Per esempio, si tramanda che i tralci che piangono di più porteranno più grappoli, e che la lacrima abbia facoltà curative, per esempio contro i disturbi intestinali o la congiuntivite. Anticamente, in primavera le donne si aspergevano il viso con qualche sua goccia, convinte che avrebbe donato al loro colorito.
In realtà, anche recenti ricerche lo hanno confermato: la lacrima della vite ha effettivamente delle specifiche proprietà anti infiammatorie, anti microbiche e disintossicanti.
Fra mito e realtà, si tratta comunque del fenomeno che caratterizza questo periodo precedente la gemmazione, e presto i nostri vigneti saranno nuovamente rigogliosi. Anche per noi Follador, il benessere delle piante è un fattore di assoluto primo piano, un bene che ci impegnamo a salvaguardare anche attraverso una condotta attenta alla salvaguardia ambientale, per mantenere intatta la fragranza e il profumo dei nostri eccellenti Prosecchi DOCG.